19 Jun
19Jun

La prossima tappa del tour del Cantastorie sarà non in una piazza, ma in un posto immerso nella natura. Come avrete notato, queste escursioni in posti che spesso sono anche sperduti, capitano sovente. 

Perché direte? Che senso ha promuovere un idea, portare la voce del cuore e la propria arte tra le grotte, tra fiumi e le montagne, tra pietre e alberi? Perché è proprio da lì che nasce tutto.

Ci siamo allontanati così tanto dalla natura che siamo finiti in gabbie di cemento, e anche se bisogna ringraziare l'efficacia delle nostre città, anche se ritengo giusto attivarsi e scendere in piazza per la propria idea, ritengo altrettanto giusto tornare nella natura dove così forte Lei ci parla. Dove le pietre e gli alberi narrano storie, dove montagne e oceani cantano la loro canzone. Dove l'uomo si ferma veramente ad ascoltare.
La conoscete la storia di quel violinista che suonò in una metropolitana mentre davanti a lui in quella giornata passarono distrattamente più di mille persone, raccogliendo solo una trentina di dollari? Nessuno dei passanti pensò che il violinista era Joshua Bell, uno dei migliori musicisti del mondo. Nella fermata della metropolitana suonò alcuni tra i più difficili spartiti che mai siano stati scritti, e tutto quello con uno Stradivarius del 1713 valutato 3,5 milioni di dollari!
Due giorni prima di questo fatto, non c'erano già più biglietti in vendita per il suo concerto nel teatro di Boston, e i biglietti costavano quasi 100 dollari!
Questa cosa mi ha insegnato molte cose utili riguardo al percorso che sto facendo con il Cantastorie.
Anche davanti a me passano centinaia di persone distratte, con sguardi spenti, intenti a parlare al telefono, di corsa, guardando l'orologio. Non è anche questa una giungla forse?
Perché non esprimersi anche nella vera foresta allora? Tra le montagne, i daini, o tra le onde e la sabbia o tra i vigneti e le volpi. Dove la sera il sole sembra tramontare più lentamente e dove a cantare non c'è solo il Cantastorie ma le cicale e i merli e qualche contadino che posata la zappa, asciugandosi la fronte si ferma veramente ad ascoltare.
La prossima data sarà nella terra di un grande amante della natura, Tiziano Terzani, tra le cime della sua piccola Himalaya.
Mi dirigo nuovamente in Toscana, cercando di poter tradurre e portare in musica e parole anche il linguaggio di quel luogo, di quei faggi e di quelle cime da lui tanto amate. Sperando così di poter scappare con qualcuno di voi dalle gabbie di cemento in cui quasi tutti viviamo, abbellite da gerani e da qualche quadro, dall'asfalto, dal rumore e dagli obblighi che pensiamo di avere ogni giorno.
Fu a piedi nudi salendo la montagna che tutto iniziò ed è lì che la voce del cuore continua a cantare più forte che mai.
Continua il mio viaggio in questa bellissima terra.
Vi saluto con la frase mia preferita del buon Terzani:
"Credo ci sia una vita unica, che ho sentito così forte seduto sui contrafforti dell’Himalaya. La vedevo in un maggiolino, nelle formiche, nei fili d’erba, negli stupendi alberi di deodar. E quella vita che circolava lì è anche la mia vita. E quando la vita di questo corpo finirà, continua la vita… continua la vita…"
-IL Cantastorie-

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